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370 la vita italiana nel settecento

cetto atomistico de’ Greci; e delle leggi dedotte da speculazioni dello spirito, ben poche ressero alla prova dei fatti. E d’altra parte, mai la più piccola esperienza torna invano, ogni più minuto fatto acquisito alla scienza, quando non sia causa diretta, come spesso avviene, di grandi scoperte, è un elemento importante che attende con molti altri la mente superiore che sappia coordinarli, o trarne qualche nuova teoria, ricca di deduzioni ed applicazioni.

Concedete quindi, che passi in rapida rassegna le conquiste più salienti della scienza in Italia nell’avventurato secolo XVII, e fin verso l’ultimo terzo del secolo XVIII, sì scarso di risultati di fronte al primo.

Sparito il divino maestro, i prediletti discepoli, custodi del suo pensiero, sorgono banditori del nuovo evangelio.

Benedetto Castelli, nobile Bresciano, in Roma stessa, lui, frate di Montecassino, difende apertamente le dottrine astronomiche del Galileo. Ancora nel 1615 era sceso in campo contro il Della Comba ed il Di Grazia per sostenere le vedute del Maestro sull’idrostatica, e pubblicava nel 1628 la sua opera “Dimostrazioni geometriche della misura delle acque correnti„ nella quale per il primo espone chiaramente i principii del moto