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Eccher, La fisica sperimentale dopo Galileo | 399 |
essere più precisi, combinandosi coll’ossigeno, svanirono nell’aria, sotto forma di anidride carbonica.
Nell’agosto 1609 Galileo presenta il primo cannocchiale al Senato di Venezia. Nel 1617 immagina il suo “Celatone„, due cannocchiali fissati ad una specie di morione, per poter con questo binocolo osservare da una nave i satelliti di Giove allo scopo di determinare le longitudini. E già che siamo in pieno seicento, mi sia concesso aggiungere: e dopo aver spaziato por le vie del cielo, il binocolo ci serve ora ad ammirare le stelle della terra.
A quello del Galileo subentra ben presto il cannocchiale astronomico, ideato dal Keplero.
Oltre Galileo, e come abbiamo veduto il Torricelli, riuscì pure eccellente costruttore di cannocchiali Eustachio Divini di San Severino, al quale si deve anche un importante perfezionamento del microscopio, che rese più chiaro e di maggiore ingrandimento col comporre di due lenti ciascuno, tanto l’obbiettivo che l’oculare.
A lui rivale nella costruzione de’ cannocchiali era Giuseppe Campani, romano, che portò la distanza focale degli obbiettivi fino a 136 piedi, e fornì a Luigi XIV lo strumento, con cui il celebre Cassini scoprì i satelliti di Saturno. Anzi, ad una speciale disposizione delle lenti dell’ocu-