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Eccher, La fisica sperimentale dopo Galileo 387

addietro rimaneva quanto maggiore era il tempo passato fra lo sparo ed il ricadere della medesima; e ciò per la maggior resistenza opposta dall’aria in più lungo tragitto.

Va pure notato come gli Accademici avessero una giusta idea di quella che loro stessi chiamarono “capacità calorifica„. Presero due termometri di dimensioni perfettamente eguali e li riempirono, cosa da notarsi, uno di mercurio l’altro d’acqua. Immergendoli simultaneamente in molta acqua calda, osservarono che il termometro a mercurio era il primo a raggiungere l’equilibrio di temperatura, seguo che richiedeva minor quantità di calore dell’acqua. È strano che, avendo già usato il mercurio in questa esperienza, non l’adottassero per costruire i termometri. Forse furono trattenuti dall’aver visto che si dilata meno dell’alcool. A conferma della prima esperienza sulla capacità calorifica, ne eseguirono una seconda. Versarono pesi eguali di diversi liquidi, portati alla stessa temperatura, sopra quantità eguali di ghiaccio, e trovarono che se ne fonde più o meno col variare del liquido. Come si vede si trovarono gli Accademici di fronte alle calorie di fusione, al così detto calorico latente; ed è maggiormente a deplorarsi l’Accademia abbia finito sì presto, perchè questo, come altri argomenti, sarebbero stati in