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Eccher, La fisica sperimentale dopo Galileo 373

loghi del suo trattato; e nell’ottobre del 1641 il Torricelli venne ospite del Galileo in Arcetri, e più che ospite gli fu discepolo, collaboratore, e consolatore carissimo. Troppo breve tempo fu dato al giovane Torricelli di abbeverarsi a quella fonte inesauribile d’ogni umano sapere; ma i tre mesi che passò presso il Maestro lasciarono profonda impronta nell’amato discepolo.

Morto il Galileo, per le premure del Granduca, accettò di trattenersi in Firenze in qualità di matematico della Corte, succedendogli nella cattedra.

Fu ancora nel 1643 che ideò lo strumento pel quale, più che per tutte le altre opere, il nome suo passò glorioso alla posterità: il Barometro. È nota la leggenda del pozzo a Boboli, nel quale l’acqua aspirata per tromba non arrivava che a sole 18 braccia di altezza, e la risposta del Galileo al Granduca che l’aveva interpellato: che se nei libri di Aristotile era scritto che la natura aveva orrore del vuoto, o se il fatto mostrava che l’acqua non saliva più su, voleva dire che quest’orrore aveva per limite per l’appunto le 18 braccia date dall’esperienza. Certo che se Galileo dette tale risposta lo fece per evitare contestazioni, o possibili noje a sè stesso, prigioniero dell’Inquisizione, col contradire all’autorità di Aristotile. Ma l’aver conosciuto l’e-