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372 la vita italiana nel settecento

libus continuorum nova quâdam ratione promota„ trovansi gettate le basi del calcolo infinitesimale, intravveduto già, per testimonianza dello stesso autore, dal Galileo. Mentre nei libri “De speculo ustorio„ ed “Exercitationes Geometricae„ il Cavalieri ci dà mirabile saggio delle sue nozioni nel campo della fisica, trattando, come nessuno prima di lui, il problema della ricerca delle distanze focali nelle lenti concave e convesse.

Soli due anni dalla morte del gran Maestro veniva a mancare, in età non grave, il coraggioso Castelli; e tre anni appresso, a soli 49 anni, anche il Cavalieri.

Nè meno inesorabile scese la morte a colpire il più caro fra i discepoli del Galileo, Evangelista Torricelli, faentino, mancato esso pure noi 1647 nella verde età di 39 anni.

Seguiva il Torricelli in Roma le lezioni dell’abate Castelli, quando nel 1638 venne alla luce il trattato del Galileo “Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze„ sul qual trattato compose un’opera che presentava, sotto rinnovellata forma, le teorie sul moto dei gravi. Sottoposto il manoscritto dal Castelli al Galileo; già cieco ed aggravato dagli anni, e più dalle infermità, il nobile vegliardo espresse il vivo desiderio di conoscerne l’autore, per affidargli il cómpito di ultimare i due ultimi dia-