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ecce homo 100

non può più sopportare la sua opera, non può guardarla in faccia. Avere dietro di sè qualche cosa che non s’è mai potuto volere, qualche cosa in cui è legato il nodo del destino dell’umanità, e sentirsene tutto il peso addosso!..... Quasi si finisce per rimanere schiacciati.... La «rancune» della Grandezza!

Un’altra cosa è la quiete spaventosa che si sente intorno a sè. La solitudine ha sette pelli; nulla può passarvi oltre. Si viene fra gli uomini, si salutano degli amici: nuovo deserto, nessuno sguardo vi saluta più. Nel caso migliore, una specie di rivolta. Una tale rivolta constatai, in grado molto diverso, in tutti coloro che mi stavano vicini; pare che nulla offenda di più che il far sentire improvvisamente le distanze; le nature nobili, che non sanno vivere senza onorare, sono rare.

Una terza cosa è l’assurda irritabilità della pelle per le piccole punture, una specie d’impotenza a difendersi da tutte le cose piccole. Questa mi sembra originata da quell’enorme spreco di tutte le energie difensive ch’è una delle condizioni di ogni azione creatrice d’ogni azione che derivi da ciò che v’ha di più particolare, di più intimo, di più profondo. Le piccole facoltà difensive sono così, in certo modo, sospese; non sono più alimentate da nessuna forza. Mi permetto anche d’accennare che si digerisce più male, che si fatica a muoversi, che si è troppo esposti alle sensazioni di gelo; ed anche alla diffidenza; alla diffidenza che in molti casi è semplicemente un errore eziologico. Trovandomi in un tale stato, una volta io sentii la vicinanza d’una mandra di buoi in grazia d’un ritorno a pensieri più miti, più umani, prima ancora ch’io la vedessi: ciò ha in sè del calore....


6.


Quest’opera sta completamente a sè. Lasciamo da parte i poeti; mai, forse, è stata creata qualche cosa con tale sovrabbondanza di forze. Il mio concetto di «dionisiaco» diventò qui atto supremo;