stampo: quegli avrà anzitutto bisogno della grande salute, d’una salute che non solo si possiede, ma che senza tregua si conquista e si deve conquistare, perchè senza tregua si sagrifica e si deve sagrificare!..... Ed ora, dopo essere stati così lungamente in via, noi, gli Argonauti dell’ideale, più coraggiosi, forse, che la prudenza non conceda, frequentemente naufraghi, ma più sani di quello che per avventura non si vorrebbe concederci, pericolosamente sani, sani sempre novellamente, crediamo di avere dinanzi a noi, quasi ricompensa, un paese sconosciuto del quale a nessuno ancora venne fatto di vedere i confini, un di là da tutti i paesi, da tutti i recessi dell’ideale finora conosciuti, un mondo così ricco di cose belle, strane, dubbiose, terribili e divine, che la nostra curiosità e la nostra sete di possesso ne sono rimaste perplesse! Ohimè! che più nulla è in grado, ora, di saziarci! Come potremmo noi, dunque, dopo tali spettacoli, e con una tale fame nella coscienza, con una tale bramosia di scienza, soddisfarci ancora degli uomini attuali? È triste, ma inevitabile: noi non consideriamo più i loro fini e le loro speranze più degne, che con una serietà mal frenata, e probabilmente non li consideriamo già più. Un altro ideale ci precede, un ideale singolare, tentatore, pieno di pericoli, un ideale che non ameremmo raccomandare a nessuno, perchè in nessuno noi riscontriamo agevolmente il diritto a questo ideale; esso è l’ideale d’uno spirito che ingenuamente, cioè senza intenzioni e per esuberanza di forza e di potenza giuoca con tutto ciò che finora era chiamato sacro, buono, intangibile, divino; per il quale le più alte cose, che servono quale misura al popolo, significherebbero già qualche cosa che assomiglia al pericolo, al decadimento, all’abbassamento, o meglio alla convalescenza, all’accecamento, alla dimenticanza di sè medesimo; esso è l’ideale d’un benessere e d’una benignità umani — superumani, un ideale che assai spesso sembrerà inumano, per esempio quando esso si ponga vicino a tutto ciò che sinora è stato serio e terreno, vicino a ogni specie di solennità nell’atteggiamento, nella parola, nel suono, nello sguardo, nella morale, nell’ufficio, come