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68 | ecce homo |
a) L’origine della tragedia.
1.
Per giudicare rettamente «L’origine della tragedia» (1872), bisogna dimenticare qualche cosa. Essa ha fatto un certo effetto, ha perfino affascinato con ciò che v’era in lei di errato, con la sua applicazione al wagnerismo, come s’esso fosse sintomo di qualche grande cosa che cominci. Appunto per ciò quest’opera rappresentò un avvenimento nella vita di Wagner: soltanto dopo la sua pubblicazione si cominciò a sperare molto dal nome di Wagner. E ancor oggi mi si ricorda nelle discussioni sul Parsifal: chè è veramente colpa mia se è prevalsa un’opinione così alta sul valore culturale di questo movimento. Ho visto più volte citata l’opera come «Rinascita» della tragedia dallo spirito della musica»; si è badato soltanto alla nuova formola per l’arte, per le intenzioni, per lo scopo di Wagner, e non s’è osservato ciò che lo scritto nascondeva d’importante. «Grecità e pessimismo» sarebbe stato un titolo più preciso, poichè qui s’insegna per la prima volta come i greci si liberarono dal pessimismo, con che mezzi lo superarono..... La tragedia è la prova precisa che i greci non erano pessimisti; Schopenhauer s’è ingannato in questo riguardo come s’è ingannato sempre in tutto.
Considerata con una certa imparzialità l’«Origine della tragedia« appare assai poco corrispondente ai tempi in cui fu scritta: