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62 | ecce homo |
I miei conoscenti sono per me altrettanti soggetti d’osservazione su cui noto le varie e variamente istruttive reazioni prodotte dalle mie opere. Coloro che non vogliono aver nulla a che fare col loro contenuto, per esempio i miei così detti amici, diventano allora «impersonali»: si congratulano con me perchè sono arrivato ancora una volta «così avanti»; e mi dicono che si nota anche un progresso in una maggiore serenità d’intonazione..... Gli «spiriti» completamente viziosi, le «belle anime», i mentitori convinti, non sanno assolutamente che farsene de’ miei libri; in conseguenza, li stimano come qualcosa che stia al di sotto di loro, è la bella logica di tutte le «belle anime». Le bestie più grosse fra i miei conoscenti tutti tedeschi, sia detto con sopportazione — dànno ad intendere che non si è sempre del mio parere, ma che tuttavia, qua e là..... L’ho sentito dire perfino a proposito del Zarathustra..... Così pure ogni «femminilità» negli uomini, e anche nell’Uomo, è una barriera per giungere a me: non si potrà mai entrare in questo labirinto di audaci cognizioni. Bisogna non essersi mai risparmiati, bisogna avere la durezza fra le nostre abitudini per essere allegri e di buon animo in mezzo a verità veramente dure. Se tento di rappresentarmi il tipo d’un lettore perfetto, ne faccio sempre un mostro di coraggio e di curiosità, con di più qualche cosa di pieghevole, d’astuto, di prudente; un avventuriere e uno scopritore nato. Infine, io non saprei dire perchè veramente io parli, meglio di quello che l’abbia detto Zarathustra: a chi soltanto vorrà egli dire il suo enigma?
«A voi, audaci ricercatori e tentatori, e a chiunque l’imbarcò con vele astute su mari tremendi;
«a voi, ebbri d’enigmi, lieti della mezza luce, la cui anima è attirata, insieme coi flutti, verso ogni gorgo pericoloso;
«chè voi non volete, con mano fiacca, seguire un filo conduttore, e dove potete indovinare, rifuggite dallo spalancar le porte».