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perchè scrivo così buoni libri | 59 |
d’un’esperienza frequente, o anche rara: che esso parli la prima lingua necessaria per una nuova serie d’esperienze. In questo caso non s’intenderà semplicemente nulla, e a ciò s’aggiungerà la falsa illusione acustica per cui si crede che dove non s’intende nulla, non ci sia neppur nulla. Quest’è l’esperienza che ho tratto dalla maggior parte dei casi, ed è questa, se si vuole, l’originalità della mia esperienza. Chi credeva d’aver capito qualche cosa di me s’era formato qualche cosa di me a sua immagine; non di rado, proprio il contrario di quello che io sono: per esempio «un idealista»; chi non aveva capito nulla di me diceva che a dirittura non si doveva tener conto di me. La parola «superuomo» che determina un tipo d’altissima perfezione, in opposizione agli uomini «moderni», agli uomini buoni ai «cristiani» e agli altri nichilisti — una parola che in bocca di Zarathustra, del distruttore della morale, assume un significato molto grave — è stata intesa quasi sempre, con perfetto candore, nel senso di quei valori il cui opposto è affermato nella figura di Zarathustra; cioè ne hanno fatto il tipo «idealistico» d’una specie superiore dell’uomo, mezzo «santo», mezzo «genio»... Altri sapienti cornuti, in causa di questa parola, m’hanno sospettato di darwinismo. Anche del «culto degli eroi» di quel grande falso monetario della scienza e della volontà, che fu il Carlyle, di quel culto da me rigettato con tanta cattiveria, vi è stata trovata traccia. S’io sussurrassi nell’orecchio a qualcuno che farebbe meglio a cercare intorno a sè un Cesare Borgia che un Parsifal, costui non crederebbe alle sue orecchie.
Bisognerà perdonarmi s’io non sono punto curioso dei resoconti che si fanno de’ miei libri, specialmente di quelli fatti dai giornali. I miei amici, i miei editori, lo sanno, e non me ne parlano. Per un caso speciale ebbi sott’occhio tutto ciò che fu perpetrato contro uno solo de’ miei libri: «Al di là del bene e del male»; e potrei raccontarne delle carine. E chi crederebbe che la National Zeitung (un giornale prussiano, sia detto per i miei lettori stranieri: quanto a me, sia detto con sopportazione, non leggo che il Journal des Dé-