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perchè sono tanto accorto 53

dente. Questi pretesi «primi» io a dirittura non li metto fra gli uomini; per me essi sono appena rifiuti dell’umanità, prodotti di malattie e d’istinti di vendetta; sono dei mostri, sventuratissimi, profondamente incurabili, che vogliono vendicarsi della vita, lo voglio essere il contrario di costoro: il mio privilegio è quello di poter cogliere con grandissima finezza tutti i segni della sanità degli istinti.

Io non ho nessun tratto morboso; nemmeno durante le malattie gravi sono diventato morboso. In me si cercherebbe inutilmente la minima traccia di fanatismo. In nessun momento della mia vita mi si potrà dire che io abbia tenuto un contegno arrogante o enfatico. Il «pathos» dell’atteggiamento non fa parte della grandezza; in generale, chi ha bisogno di atteggiamenti studiati, è falso.... Guardiamoci dagli uomini scultorii!

La vita m’è diventata facile; facilissima quando m’imponeva le cose più gravi. Chi m’ha visto nei sessanta giorni di questo autunno, in cui senza interruzione ho fatto delle cose proprio di prim’ordine, cose che nessuno potrebbe imitare — o insegnarmi — con una grande responsabilità di fronte a tutti i secoli venturi, non avrà notato in me il minimo segno di tensione di spirito, ma più tosto una grande freschezza e vivacità. Non ho mangiato mai con più gusto, mai ho dormito meglio di allora.

Non conosco miglior mezzo di attendere ai grandi fini, che il giuoco. Codesto è indice di grandezza essenziale. Il minimo sforzo, la faccia scura, una forte contrazione dei muscoli del collo sono tante obbiezioni da sollevarsi contro l’uomo, e tanto più contro la sua opera..... Non si devono aver punto nervi..... Anche soffrire della solitudine è un titolo a sfavore: io ho sofferto sempre solo della «moltitudine»..... Già in un’età assurdamente giovane, a sette anni, sapevo che nessuna parola umana mi avrebbe mai potuto toccare; mi s’è mai visto triste per una parola umana? Ancora oggi io ho la stessa affabilità verso ciascuno, sono pieno di riguardi per i più umili; in tutto ciò non v’è un atomo di superbia, di intimo disprezzo. Chi è disprezzato da me indovina ch’io lo disprezzo;