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perchè sono una fatalità 131

tare che ci fossero delle caverne? E, in generale, che filosofo prima di me fu psicologo e non più tosto il contrario: «un gran ciarlatano», «un idealista»? Avanti a me non c’era psicologia di sorta. Essere il primo qui, può essere una maledizione; è, ad ogni modo, una fatalità: poi che vi si disprezza anche perchè siete il primo.... Lo schifo dell’uomo è il mio pericolo....


7.


Sono stato compreso? Ciò che mi separa, che mi apparta da tutto il resto dell’umanità è il fatto ch’io ho scoperto la morale cristiana. Perciò mi occorreva una parola che avesse il significato d’una sfida lanciata a ciascuno. Non aver aperto prima gli occhi su questo punto mi sembra la più grande colpa che l’uomo abbia sulla coscienza, un inganno verso sè stessi diventato istinto, una volontà fondamentale di non vedere nessun avvenimento, nessuna causa, nessuna realtà, una baratteria «in psychologicis» spinta fino al delitto. La cecità di fronte al cristianesimo è il delitto per eccellenza, il delitto contro la vita....

I secoli e secoli, i popoli, i Primi e gli Ultimi, i filosofi e le donnicciuole — astrazion fatta da cinque o sei momenti storici e da me, come settimo — su questo punto sono degni gli uni degli altri. Finora il cristiano era «l’essere morale», una curiosità senza pari, e, come «essere morale» più assurdo, più infinito, più superbo, più frivolo, più dannoso a sè stesso di quello che potrebbe neppur lontanamente immaginare il maggior dispregiatore dell’umanità. La morale cristiana è la forma più maligna della volontà della menzogna, la vera Circe dell’umanità, quella che l’ha rovinata. Non è l’errore come tale che mi spaventa a tale vista, la millenaria mancanza di «buona volontà», di disciplina, di decoro, di valore nelle cose dello spirito, che è tradita dalla sua vittoria: ma è la mancanza di natura, è il fatto spaventoso che la contro-natura stessa ebbe