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perchè scrivo così buoni libri | 121 |
di queste affermazioni. Vi cerco inutilmente una traccia di tatto, di delicatezza verso di me. Da ebrei ne ho avute, da tedeschi non ancora. Per natura sono mite e benevolo verso di tutti; ho il diritto di non fare differenze; ciò non m’impedisce di tenere gli occhi aperti. Non faccio eccezione per nessuno, e tanto meno per i miei amici; spero che, in fine dei conti, ciò non abbia recato pregiudizio alcuno alla mia «umanità» verso di essi. Ci sono cinque o sei cose di cui mi sono sempre fatto una questione d’onore. Tuttavia, è vero che quasi ogni lettera che ricevo da anni mi fa l’effetto d’una prova di cinismo: c’è più cinismo nel voler bene a me che nell’odiare qualunque cosa..... Io dico sul viso a tutti i miei amici che non si sono mai, dati la pena di studiare uno qualunque de’ miei scritti; dal più piccolo indizio indovino che non sanno neppure ciò che vi è detto. Quanto al «Zarathustra» poi, quale dei miei amici vi avrebbe visto qualche cosa di più che una presunzione illecita, ma fortunatamente del tutto inoffensiva?.....
Dieci anni: e nessuno, in Germania, ha sentito come un debito di coscienza di dover difendere il mio nome dall’assurdo silenzio sotto cui era sepolto: uno straniero, un danese, ebbe per il primo finezza d’istinto e coraggio sufficienti per ribellarsi ai miei cosidetti amici... In quale università tedesca si potrebbero tenere, oggi, delle lezioni sulla mia filosofia, come quelle che furono tenute la primavera scorsa a Kopenhagen dal dottor Giorgio Brandes, che con ciò ha dimostrato una volta di più la sua valentia di psicologo? Quanto a me, non ho mai sofferto di tutto ciò; ciò ch’è necessario non mi offende; amor fati è la mia natura più intima. Il che però non esclude ch’io ami l’ironia, perfino l’ironia universale. E così, circa due anni avanti il fulmine distruttore dell’Inversione che metterà la terra in convulsione, ho lanciato nel mondo il «Caso Wagner»: i tedeschi dovevano ancora una volta ingannarsi sul conto mio e eternarsi per quest’inganno! c’è appena il tempo di farlo!
Ci sono riusciti? A meraviglia, cari signori «Germani»! Vi faccio i miei complimenti!.....