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più povera d’istinto nelle cose dello spirito, sempre più onesta: che continua, con un appetito invidiabile, a nutrirsi delle cose più contraddittorie e inghiotte «la fede» come lo spirito scientifico, «l’amore cristiano» come l’antisemitismo, la «volontà del dominio» (dell’«impero») come l’évangile des humbles, senza nessun disturbo della digestione... Non schierarsi mai da una parte, fra tanti opposti! Che neutralità stomachica! che disinteresse! Che senso di giustizia in questo palato tedesco che dà uguali diritti a tutti, che trova tutto gustoso.... Senz’alcun dubbio, i tedeschi sono idealisti.... Quand’io fui l’ultima volta in Germania, trovai il gusto tedesco occupato ad assegnare uguali diritti a Wagner e al «Trombettiere di Säkkingen». Io stesso fui testimonio degli onori che furono resi a Lipsia a un autenticissimo e tedeschissimo maestro di musica — tedesco nel vecchio significato della parola, non un semplice tedesco dell’impero — a Enrico Schätz, col fondare un Circolo Liszt che aveva lo scopo di favorire e diffondere la musica sacra artificiosa. Senza alcun dubbio i tedeschi sono idealisti....


2.


Ma qui nulla m’impedirà di diventare rude e di dire ai tedeschi un paio di dure verità: altrimenti, chi lo fa? Parlo della loro impudicizia «in historicis». Non solo gli storici tedeschi hanno completamente perduto la larga veduta del cammino, dei valori della cultura, non solo essi, quanti sono, sono dei buffoni della politica (o della chiesa): ma questa larga veduta è a dirittura proscritta da loro. Bisogna essere innanzi tutto «tedeschi», bisogna essere della «razza»; poi si potrà decidere su tutti i valori e i non valori «in historicis», si potrà determinarli.... «Tedesco» è un argomento; «la Germania, la Germania sopra ogni cosa», un principio; i germani sono «l’ordine morale» nella storia; in rapporto all’«imperium romanum» i depositari della libertà, in rapporto al secolo XVIII i restauratori della morale, dell’«imperativo categorico»...