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si consacrano ad opere più di apparente che di solida utilità: ma forse non altrettanto numerosi sono coloro che, ad esempio di Cristo, prendano per sè le parole del Profeta: Lo Spirito del Signore mi ha unto, mi ha mandato ad evangelizzare i poveri, a sanare i contriti di cuore, ad annunziare ai prigioni la remissione e la vista ai ciechi1. — Pur chi non vede, o Venerabili Fratelli, che, conducendosi gli uomini colla ragione e colla libertà, la via principalissima a restituire l’impero di Dio nelle anime è l’insegnamento religioso? Quanti sono mai, che nimicano Cristo ed aborrono la Chiesa ed il Vangelo più per ignoranza che per malvagità di animo! dei quali giustamente può dirsi: Bestemmiano tutto quello che ignorano2. Nè ciò s’incontra solo nel popolo o nella plebe più abbietta, che perciò è tratta agevolmente in inganno; ma altresì nelle classi civili e perfino in quei che peraltro son forniti di non mediocre istruzione. Di qui in moltissimi la perdita della fede. Giacchè non è vero che i progressi della scienza estinguono la fede, ma piuttosto l’ignoranza; onde avviene che dove più domina l’ignoranza, ivi fa più larga strage l’incredulità. E questa è la ragione per cui Cristo ordinò agli Apostoli: Andando, ammaestrate tutte le genti3.

Perchè però da questo apostolato e zelo d’insegnamento si raccolga il frutto sperato ed in tutti si formi

  1. Luc. iv, 18-19.
  2. Iud. ii, 10.
  3. Matth. xxviii, 19.