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Van Baerle levò gli occhi al cielo e sospirò; poi chinò il suo sguardo verso le sue cipollette, che nel suo spirito andavano bene innanzi ai moschetti, ai tamburi, alle bandiere e ai proclami tutte cose solo atte a turbare lo spirito di un galantuomo:

— Ecco intanto dei graziosissimi talli, riprese; come sono lisci, come ben fatti; hanno una tale aria melanconica, che promette assolutamente il nero al mio tulipano! Sotto la loro pelle le vene di circolazione non si vedono ancora ad occhio nudo! Oh! dicerto non una macchiolina guasterà la veste di doglia del fiore che dovrammi i suoi giorni... Come chiamerassi questa figlia delle mie veglie, della mia fatica, del mio pensiero? Tulipa nigra Barlaeensis.

«Sì, Barlaeensis; che bel nome! Tutta l’Europa tulipaniera, quanto dire tutta l’Europa intelligente, sarà sorpresa, quando il rumore trascorrerà su i venti ai quattro punti cardinali del globo: Il gran tulipano nero è trovato! — Il suo nome? domanderanno gli amatori. — Tulipano nero Barlaeense. — Perchè Barlaeense? — A cagione del suo inventore Van Baerle, sarà risposto. — E chi è questo Van Baerle? — È quello stesso che ha già trovato cinque specie nuove: la Giovanna, la Giovanni de Witt, la Cornelia, ecc. Ebbene, ecco la mia ambizione: non costerà una lacrima di chicchessia; e parlerassi ancora della Tulipa nigra Barlaeensis, quando forse il mio compare così sublime politico non sarà più conosciuto che pel tulipano al quale ho già dato il suo nome.

«Che talli graziosi!...

«Quando il mio tulipano avrà fiorito, continuò