Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
66 |
buon grado lo stabilire che niente sia impossibile all’orticultore, che mette a contribuzione, non già la sua pazienza e il suo genio, ma la freschezza delle acque, i succhi della terra, lo spirare dell’aria e il calore del sole. Ma questo non è un trattato sul tulipano in generale, è la storia di un tulipano in particolare che noi ci siamo risoluti di scrivere; noi faremo punto per quanti attraenti vi potessero essere sul proposto soggetto.
Boxtel vinto anche una volta dalla superiorità del suo nemico, disgustossi della cultura, e mezzo pazzo dedicossi tutto alla osservazione.
La casa del suo rivale era dominata. Giardino aperto al sole, gabinetto vetriato visibile; visibili cassette, armarj, involti e etichette, alle quali il canocchiale giungeva facilmente. Boxtel lasciò perire le cipollette nei loro postimi, seccare i semi nelle loro casse, morire i tulipani nelle cassette, e ormai vivendo solo per vedere, non si occupò che di quello che accadeva presso Van Baerle, sospirando a’ bei steli dei di lui tulipani, dissetandosi con l’acqua che loro gettavasi, e saziandosi della terra molle e fine che sovrapponeva il suo vicino alle sue benamate cipollette.
Ma la più curiosa delle operazioni non operavasi nel giardino. Suonava il tocco dopo la mezzanotte; e Van Baerle saliva al laboratorio nel suo gabinetto invetriato, dove il canocchiale di Boxtel giungeva benissimo, e là mercè la lucerna del sapiente facente le veci del lume diurno, la quale illuminava muro e finestre, dava possibilità di veder funzionare il genio inventivo del rivale. Boxtel lo vedeva manipo-