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natura. Il pittore faceva alzare di un piano il suo laboratorio per aver luce migliore, ed era nel suo diritto. Van Baerle era pittore come Boxtel filotulipaniere; voleaci sole pe’ suoi quadri; e prendevane un mezzo grado ai tulipani di Boxtel.

La legge era per Van Baerle: Bene sit; ma d’altronde Boxtel aveva scoperto che il troppo sole nuoce a1 tulipano, e che questo fiore germoglia meglio e più colorito col tiepido sole del mattino o della sera, che col brucente sole del mezzo giorno.

Ne seppe dunque quasi buon grado a Cornelio Van Baerle d’avergli fabbricato gratis un parasole.

Forse non era tutt’affatto vero, e ciò che Boxtel diceva sul conto del suo vicino Van Baerle, non era l’intera espressione del suo pensiero. Ma le grandi anime trovano nella filosofia stupende risorse in mezzo alle grandi catastrofi.

Ma ohimè! come divenne quello sfortunato Boxtel, quando vide i vetri del piano novellamente fabbricato guarnirsi di cipollette, di talli, di tulipani in vegetazione, di tulipani in postime, finalmente di tutto ciò che concerne la professione di monomane Tulipaniere?

V’erano gl’involti galanti, v’erano le cassette, v’erano le buchette a spartimenti e le reti di ferro destinate a chiudere le cassette per rinnovarvi l’aria senza dare accesso ai topi, ai punteruoli, ai ghiri, alle donnole e alle talpe, tutti curiosi amatori dei tulipani a duemila franchi la cipolletta.

Boxtel fu fortemente sorpreso, allorchè vide tutto quel materiale, ma non comprendeva ancora tutta la grandezza della sua disgrazia. Sapevasi che Van