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Ad un tratto l’isola ondeggiante si arrestò. Un maresciallo percosse di un colpo di mazza uno dei due cavalli, il quale cadde sul colpo. In quel momento dall’imposta d’una finestra semiaperta comparve il viso e gli occhi foschi del giovine, i quali fissavansi sullo spettacolo che andava preparandosi. Dietro a lui vedevasi la testa dell’officiale quasi pallido come il compagno.
— Oh! Dio! o Dio! mio signore, che succederà mai? mormorò l’officiale.
— Certamente qualche cosa tremenda, rispose colui.
— Oh! vedete, mio signore, strappano dalla carrozza il gran Pensionario, lo percuotono, lo sbranano.
— In verità, bisogna bene che quella gente sta forte indignata, replicò il giovane con la medesima impassibilità che aveva finallora conservata.
— Ed ecco Cornelio tirato fuori della carrozza già tutto pesto, già tutto stronco dalla tortura. Oh! guardate! guardate!
— Sì, è lui.
L’officiale mandò un grido doloroso, e volse lo sguardo.
Sull’ultimo gradino del montatoio, primachè avesse toccato terra, il ruward riceveva un colpo di una spranga di ferro, il quale aveali spaccato la testa. Rialzossi nonostante per poi ricadere.
Quindi alcuni uomini prendendolo pe’ piedi tiravanlo tra la folla, in mezzo a cui segnava una traccia sanguinosa, che veniva chiusa dalla moltitudine baccante di gioia feroce.
Il giovine divenne anco più pallido, cosa che si sarebbe creduto impossibile, e il suo occhio velossi