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— Aprite, gridò il cocchiere.
— Aprire, disse il portiere comparendo sulla soglia di casa, aprire, e con che?
— Con la chiave, per.... rispose il cocchiere.
— Sì, con la chiave; ma bisognerebbe averla.
— Come! domandò il cocchiere, non avete la chiave della porta?
— No.
— Che ne avete fatta?
— Madonna! mi è stata presa.
— Da chi?
— Da qualcuno che probabilmente gl’importava che nessuno escisse di città.
— Amico mio, disse il gran Pensionario, mettendo fuori la testa e risicando tutto per tutto, amico mio, gli è per me e per mio fratello Cornelio che conduco in esilio.
— Oh! signor de Witt, mi dispiace, disse il portiere precipitandosi verso la carrozza, ma sul mio onore, la chiave mi è stata levata.
— Quando?
— Stamattina.
— Da chi?
— Da un giovine di ventidue anni, pallido e magro.
— E perchè glie l’avete consegnata?
— Perchè aveva un ordine firmato e sigillato.
— Da chi?
— Dai signori del palazzo comunale.
— Or su, disse tranquillamente Cornelio, si vede molto chiaro che siamo spacciati.
— Sai, se la medesima precauzione sia stata presa dappertutto?