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— Andate, andate; che sforzano la porta.

Giovanni de Witt montò precipitosamente, prese posto accanto al fratello, e chiudendo lo sportello della carrozza, esclamò:

— A Tol-Hek!

Il Tol-Hek era il cancello che chiudeva la porta conducente al piccolo porto di Scheveningen, nel quale una barchetta aspettava i due fratelli.

La carrozza partì di galoppo tirata da due robusti cavalli sauri, seco portando i fuggitivi.

Rosa seguilli coll’occhio, finchè non ebbero voltato l’angolo della strada. Allora rientrando chiuse dietro a sè la porta e gettò le chiavi in un pozzo.

Lo strepito che aveva fatto presentire a Rosa che il popolo sforzasse la porta, era in effetto così, perchè dopo aver fatto sgombrare la piazza della prigione, ruinava contro la porta.

Benchè solida che ella fosse, e quantunque il carceriere Grifo — bisogna rendergli questa giustizia — ricusasse ostinatamente d’aprirla, sentivasi che non avrebbe resistito a lungo; perciocchè Grifo tutto smarrito s’interrogava se non fosse meglio aprire che lasciare sfasciare la porta; allorquando si sentì tirare dolcemente pel vestito. Si volse e vide Rosa.

— Apriresti, eh?

— No, lascerei sfondare la porta.

— Ma mi ammazzeranno!

— Sì, se ’l volete.

— E come fare a non volerlo?

— Nascondetevi.

— Dove?

— In una segrete.