Pagina:Dumas - Il tulipano nero, 1851.djvu/334

320


— Ha in mano però la milizia, disse il buono Van Halen; e con la forza si può far tutto.

— Ma non durevolmente, disse Cecchino. La forza prima muove alla resistenza, e poi al rovesciamento. I popoli non si reggono con la forza altro che precariamente.

— Se questa sia continua e violenta, lo credo ancor’io; ma se guidata dalla ragione e da utili provvedimenti pel paese, a poco a poco questo vi si sottomette.

— Non sono lontano anch’io da questa sentenza, interruppe Antonio, per togliere di mezzo la questione.

— E poi dirò francamente la mia opinione, riprese Van Halen, perchè così in coscienza io la pensi. Ogni paese, perchè si addia ad ogni genere d’industria, bisogna sia tranquillo, altrimenti va tutto in rovina; perchè i capitali spariscono al minimo sentore di turbamenti politici.

— Ed ecco l’egoismo, esclamò vivamente Cecchino. Se tutti i ricchi cittadini concorressero coi loro mezzi a sostenere quella causa, che credessero giusta, ciò non succederebbe. È che più del bene pubblico si amano i proprii comodi.

— Sarà vero anco codesto, giovine mio caro; e così la pensava pur io, quando ero della vostra età, che è età di amore e di sacrifizio; ma gli uomini non sono tutti giovani e buoni tutti come voi. Bisogna prenderli come sono e non come dovrebbero essere.

— Questo non lo so capire.

— Lo capirete a vostre spese, non dubitate. — Dunque per tornare al nostro discorso, ecco perchè