Pagina:Dumas - Il tulipano nero, 1851.djvu/326

312


— Non andò così precisamente, ma divenne possessione ereditaria del fratello cadetto dell’Imperatore. Il Duca di Borgogna sotto gli speciosi diritti di parentela con la casa del morto Guglielmo VI s’impadronì dell’Olanda, e con Maria figlia del famoso Carlo il temerario ultimo Duca di Borgogna, portò in dote a Massimiliano d’Austria, poi imperatore, la ducea di Borgogna. Filippo secondogenito di Massimiliano fu investito di questo ducato per i così detti diritti di sua madre Maria, il quale sposatosi a una principessa castigliana, ci diede quel famoso Carlo V, che tu ben conosci, come pratico della nostra Storia.

— Dal connubio dell’Aquila grifagna col Leone Castigliano non poteva procrearsi che un superbo e rapace conquistatore; e questa la intendo benissimo. Ma che poi volgesse a danno delle altrui libertà le sue armi per dare in preda i popoli vinti a un altro despota peggiore di lui, questa non la intendo.

— Tu sei giovine, Cecchino, mio; e ancora non l’hai intesa, ma la intenderai meglio quando saremo tornati a Firenze. — Carlo V fu un grand’uomo per tutti i versi; ma specialmente per la perspicacia e la doppiezza. Egli diede al Papato il colpo il più fatale, che possa aver mai più, e della di lui piaga temo forte voglia guarire. Cicatrizzerà, ma in seguito farà gangrena. Carlo V previde le tristi conseguenze che verrebbero dallo infiacchimento del Papato alla autorità imperatoria: l’una e l’altra si sorreggono a vicenda. Volle, per quanto gli fu dato, rimediare al mal fatto; e per amicarsi lo sdegnato Clemente VII ci diede noi popolo libero in mano di un di lui svergognato bastardo.