Pagina:Dumas - Il tulipano nero, 1851.djvu/322

308



II


Una Storia raccontata da un buon Popolano.


— Questo paese ce l’hanno fatto conoscere le conquiste gloriose allora, e che poi ci doveano costare tanto dolore, dei nostri padri i Romani. Giulio Cesare, forse tra i pochi degno di portare corona di re, più che conquistarlo se lo fece alleato; perchè i Batavi, che lo abitavano e davano alla contrada il loro nome, amatori più della propria libertà che della vita, non avrebbero perduta la prima senza sacrificare disperatamente la seconda. Non si conosce la forma del loro governo; ma è certo che un popolo che senta così altamente la sua indipendenza, non può reggersi che con libere istituzioni.

— Si può avere anco un re, e godere di tutta la libertà, che può dare una repubblica. Sparta...

— È vero, Cecchino, anche questo; ma lascia gli esempi antichi, perchè non calzano alla moderna società; e molto più se mi vuoi cavare lo stato di confronto da Sparta. Colà esisteva una sola classe di cittadini liberi, e una ben numerosa di schiavi condannati alla gleba, che non godevano neppure il diritto della propria esistenza. Insomma erano vere bestie per i loro padroni spartani, e bestie inumanamente erano da essi chiamati.

— Avete ragione; erano gli antichi Batavi dunque veri repubblicani?

— Come io ti diceva, non sappiamo precisamente