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a condizione che ella con la dote di centomila fiorini sposasse un bel giovine da ventisei a vent’otto anni, che riamata l’amasse, condizione scrupolosamente adempita, benchè Cornelio non fosse morto, e appunto perchè non era morto.

Finalmente per combattere i futuri invidiosi, di cui la Provvidenza non si sarebbe forse compiaciuta di sbarazzarnelo come aveva fatto del mynheer Isacco Boxtel, egli scrisse sulla sua porta questo detto, che Grozio aveva scolpito il giorno della sua evasione sul muro del suo carcere:


«Chi alcuna volta non ha molto sofferto non può mai avere il diritto di dire: Io sono troppo felice



Fine della seconda ed ultima Parte.