Pagina:Dumas - Il tulipano nero, 1851.djvu/309


295


Divenuto custode dei tulipani dopo essere stato carceriere di uomini, fu il più crudo guardiano dei fiori che s’incontrasse in tutti i Paesi Bassi: bisognava vederlo sorvegliare le farfalle dannose, uccidere i gattacci e scacciare le api troppo affamate.

Siccome seppe la storia di Boxtel, e andava per le furie nel solo pensare che era stato lo zimbello del finto Giacobbe, fu lui che demolì l’osservatorio alzato già dall’invidioso dietro il sicomoro; perchè il recinto di Boxtel venduto all’incanto venne a ingrandire le caselle di Cornelio, che si chiuse in maniera da sfidare tutti i cannocchiali di Dordrecht.

Rosa sempre più bella, divenne anche più istruita, e a capo di due anni di matrimonio sapeva così ben leggere e scrivere da potersi sola incaricare della educazione di due bei figlioloni, che avea partorito nel mese di maggio del 1674 e 1675, come due tulipani, ma che aveanle dato tanto meno dolore del fiore famoso, al quale ella era debitrice di averli.

La ci s’intende che uno un bimbo e l’altro una bambina ebbero il nome di Cornelio e di Rosa.

Van Baerle restò fedele a Rosa come ai suoi tulipani; per tutta la sua vita si occupò del benessere di sua moglie e della coltura dei fiori, mercè la quale ei trovò un gran numero di varietà che sono iscritte al catalogo olandese.

I due principali ornamenti della sua sala erano in due gran cornici d’oro le due pagine della Bibbia di Cornelio de Witt; sopra d’una, sovvenghiamocene, il suo compare aveagli scritto di bruciare la corrispondenza del Marchese di Louvois; sull’altra aveva ei testato a Rosa la cipolletta del tulipano nero