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lipano rubato a Rosa! Oh! signore; capite bene che cosa sia l’aver trovato il tulipano nero, l’averlo visto un momento, averlo conosciuto perfetto, che gli è a un tempo un capo d’opera dell’arte e della natura, e doverlo perdere e perdere per sempre? Oh! signore bisogna che scenda e vada a vederlo; voi mi starete accanto se vi piace, ma voglio vederlo, sì, voglio vederlo!
— Tacete, disgraziato, e rientrate presto in carrozza, perchè ecco la scorta di Sua Altezza lo Statolder che passa d’innanzi; se il principe rimarcasse uno scandalo, se sentisse un rumore, si sarebbe fatta buona io e voi.
Van Baerle più spaventato pel suo compagno che per sè, si rimise in carrozza, ma non vi potè stare un mezzo minuto, ed erano appena passati i primi venti cavalieri, che si rimise alla portiera, accennando e supplicando lo Statolder giusto al momento ch’ei passava.
Guglielmo impassibile e semplice secondo il solito, portavasi al posto per compire il suo officio di presidente. Aveva in mano il suo rotolo di pergamena, che in questo giorno di festa era divenuto il suo bastone del comando.
Vedendo quell’uomo che accennava e supplicava, riconoscendo forse ancora l’officiale che accompagnavalo, il principe diede l’ordine di fermarsi.
Nel momento i suoi cavalli frementi sugli zoccoli ferrati fermaronsi a sei passi da Van Baerle rannicchiato nella sua carrozza.
— Che cosa c’è? dimandò il principe all’officiale, che al primo cenno dello Statolder era saltato giù dalla vettura, e gli si avvicinava rispettosamente.