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Harlem erasi dunque messa in triplice gioia, perchè aveva da festeggiare una triplice solennità: era stato scoperto il tulipano nero, poi il principe Guglielmo d’Orange assisteva alla ceremonia da vero Olandese come egli era, finalmente era onore degli Stati di mostrare ai Francesi in seguito di una guerra così disastrosa, com’era stata quella del 1672, che le dighe della repubblica batava erano solide a segno da potervi ballare sopra con l’accompagnamento dei cannoni dei vascelli.

La società orticola di Harlem erasi mostrata degna di sè, dando centomila fiorini per una cipolletta di tulipano. La città non aveva voluto rimanere indietro, e aveva votata una somma eguale, che era stata rimessa in mano de’ suoi notabili per festeggiare quel premio nazionale.

Però alla domenica fissata per questa ceremonia eravi un tale accalcarsi di gente, un tale entusiasmo dei cittadini, che era gioco forza, anco col sorriso narcotico dei Francesi che di tutto ridono, ammirare il carattere di que’ buoni Olandesi; pronti a spendere il loro denaro tanto per costruire un vascello destinato a combattere il nemico, cioè a sostenere l’onore della nazione, quanto per ricompensare l’invenzione di un fiore nuovo destinato a brillare un giorno, e destinato a distrarre per quel giorno le donne, i sapienti e i curiosi.

A capo dei notabili e del comitato orticolo brillava il signore Van Herysen, addobbato dei suoi più ricchi abiti.

Il degno uomo aveva fatto tutti i suoi sforzi per rassomigliare al suo fiore favorito con la eleganza di-