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XV
Harlem.
Harlem, dove noi fin da tre giorni fa siamo entrati con Rosa e dove noi rientriamo seguendo il prigioniero, è una graziosa città, che a buon dritto è superba di essere una delle città più ombreggiate dell’Olanda.
Mentrechè altre mettevano il loro amor proprio a brillare per gli arsenali e per i cantieri, per i magazzini e per i bazar, Harlem metteva tutta la sua gloria a primeggiare su tutte le altre città degli Stati con i suoi olmi fronzuti, co’ suoi pioppi slanciati, e soprattutto con i suoi passeggi ombreggiati a cui facevano volta la quercia, il tiglio e il castagno.
Harlem, vedendo che Leida sua vicina, e Amsterdam sua regina prendevano l’una il cammino per diventare una città di scienze, e l’altra quello di diventare una città di commercio, Harlem aveva voluto essere una città agricola, o piuttosto orticola.
In effetto ben riparata, ben riscaldata dal sole, ella dava ai giardinieri tal garanzia, che ogni altra città co’ suoi venti marini, o col suo suolo di piano non avrebbe a loro potuto offrire.
Così vedevansi stabilire ad Harlem tutti li spiriti tranquilli, che amano la terra e i suoi beni, come vedevansi a Rotterdam e ad Amsterdam tutti gli spiriti inquieti e girovaghi che amano i viaggi e