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— Andate, signor Boxtel, sarà fatta giustizia; ve l’ho promesso.
Poi al presidente:
— Voi, mio caro Van Herysen, custodite qui questa ragazza e il tulipano. Addio.
Tutti s’inchinarono, e il principe escì ricolmo di numerose acclamazioni popolari.
Boxtel se ne tornò al Cigno Bianco molto inquieto. Quel foglio che Guglielmo avea ricevuto dalle mani di Rosa, che avea letto, piegato e messo in tasca con tanta cura, quel foglio inquietavalo.
Rosa si accostò al tulipano, ne baciò religiosamente le foglie e confidossi del tutto in Dio, mormorando:
— Dio mio! voi sapete il buon fine, per cui Cornelio insegnommi a leggere!
Sì, e Dio lo sapeva, dacchè egli punisce e ricompensa gli uomini secondo i meriti loro.
XII
La canzone del fiori.
Intanto che compievansi gli avvenimenti da noi or ora raccontati, lo sfortunato Van Baerle, obliato nella stanza della fortezza di Loevestein, soffriva per parte di Grifo tutto ciò, che un prigioniero può soffrire, quando il suo carceriere si sia prefisso di trasformarsi in carnefice.
Grifo non avendo nuova nessuna di Rosa, nuova nessuna di Giacobbe, si persuase che tutto ciò che eragli accaduto, fosse opera del demonio, e che il