Pagina:Dumas - Il tulipano nero, 1851.djvu/262

248


Boxtel col cuore pieno di gioia fece un inchino, e ricevette le congratulazioni del presidente.

— Voi, ragazza, continuò Guglielmo d’Orange siete caduta in un grave delitto, di cui non già punirò voi; ma il vero colpevole la pagherà per tutti e due. Un uomo del suo calibro può cospirare, tradire ancora... ma non mai rubare.

— Rubare! esclamò Rosa, rubare! lui, Cornelio! Oh! Signor mio, non lo dite; ei morrebbe, se ascoltasse le vostre parole! che le vostre parole ucciderebberlo più sicuramente che non fece la scure del boia sul Buitenhof. Se v’è furto, mio Signore, quest’uomo, ve lo giuro è il ladro.

— Provatelo, disse freddamente Boxtel.

— Ebbene, sì. Coll’aiuto di Dio lo proverò, disse la Frisona con molta energia. Poi voltatasi a Boxtel:

— Il tulipano era vostro?

— Sì.

— Quanti talli aveva?

Boxtel esitò un momento; ma comprese che la giovine non farebbe cotale dimanda, se soli esistessero i due talli conosciuti.

— Tre, disse.

— Di che ne sono stati? dimandò Rosa.

— Di che ne sono stati?... Uno è abortito, l’altro ha dato il tulipano nero...

— E il terzo?

— Il terzo?

— Il terzo dov’è?

— Il terzo l’ho io, disse Boxtel tutto turbato.

— L’avete voi? dove? A Loevestein o a Dordrecht?