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— Non ho altro a dire, seguitò costui, Vostra Altezza sa tutto. Ora ecco ciò che io non voleva dire per non fare arrossire questa fanciulla della sua ingratitudine. Sono andato a Loevestein, perchè i miei affari mi vi richiamavano; hovvi fatto conoscenza col vecchio Grifo, sonomi innamorato di sua figlia, l’ho chiesta in moglie e, come io non era ricco, le ho confidato la mia speranza di conseguire cento mila fiorini; e per giustificare questa mia speranza, le ho mostrato il tulipano nero. Allora, siccome il suo amante, a Dordrecht per dare la polvere negli occhi su i complotti che ei tramava, affettava coltivare tulipani, ambedue hanno macchinato la mia perdita. La vigilia della fioritura del fiore, il tulipano mi fu involato da questa ragazza, portato in camera sua, donde ho avuto la fortuna di riprenderlo al momento in cui ella aveva l’audacia di spacciare un espresso per annunziare ai signori Membri della società di orticoltura, che l’aveva trovato il gran tulipano nero; ma la non si è discreduta per questo. Senza dubbio, le poche ore che lo ha tenuto in camera sua, avrallo mostrato a qualcheduno che chiamerà in testimonio? Ma fortunatamente, mio Signore, eccovi prevenuto contro questa intrigante e contro i suoi testimoni.

— Oh! mio Dio! mio Dio! Oh! profferì Rosa lacrimando e gettandosi ai piedi dello Statolder, che per quanto la stimasse colpevole, sentiva pietà della di lei terribile angoscia.

— Voi avete male operato, o ragazza diss’egli, e il vostro amante sarà punito per avervi così consigliata; perchè siete così giovane e avete l’aria così buona,