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— Silenzio! disse il principe.

Poi volgendosi a Boxtel, gli disse:

— E chi è questo prigioniero che voi dite amante di questa ragazza?

Rosa fu per isvenirsi, perchè il prigioniero era raccomandato dal principe come un gran colpevole.

Niuna cosa poteva essere più aggradevole a Boxtel di questa dimanda.

— Qual’è il prigioniero? rispose Boxtel.

— Sì.

— Il prigioniero, mio Signore, è un uomo, il di cui nome solo proverà all’Altezza Vostra, qual fede possa prestargli: è un reo di Stato, condannato già alla morte.

— E si chiama?...

Rosa nascose il viso nelle sue mani con un movimento disperato.

— Si chiama Cornelio Van Baerle, disse Boxtel, ed è il vero figlioccio dello scellerato Cornelio de Vitt.

Il principe si scosse, il suo occhio calmo gettò una favilla, e il freddo di morte si stese di nuovo sul suo viso impassibile.

Egli appressossi a Rosa e fecele segno col dito di togliersi le mani dal viso. Rosa obbedì, come avrebbe fatto senza vedere una donna sottomessa al magnetismo.

— Per costui dunque veniste a dimandarmi a Leida la premuta di vostro padre?

Rosa abbassò il capo e mormorò disperata:

— Sì, mio Signore.

— Continuate, disse il principe a Boxtel.


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