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In questo momento l’officiale che era stato inviato a Boxtel rientrò, annunziando al principe che seguivalo col suo tulipano.


XI


Il terzo Tallo.


L’annunzio della venuta di Boxtel era appena dato che egli entrò in persona nel salone del signor Van Herysen, seguito da due uomini portanti in una cassa il prezioso peso, che fu depositato sopra una tavola.

Il principe prevenuto, lasciò lo scrittoio, passò nel salone, ammirò e tacque; quindi tornò silenziosamente a prendere il suo posto nell’angolo oscuro, dove da se stesso aveva collocato la sua seggiola a braccioli.

Rosa palpitante, pallida, esterrefatta, aspettava di essere alla sua volta invitata per andare a vederlo.

Sentiva la voce di Boxtel.

— Gli è lui! ella esclamò.

Il principe fecele segno che ella guardasse dalla porta socchiusa: e Rosa esclamò:

— È il mio tulipano! è lui, lo riconosco. O mio povero Cornelio!

E si struggeva in lacrime.

Il principe alzossi e andò fino alla porta, dove rimase per un istante alla luce.

Gli occhi di Rosa si fermarono su di lui; e più che mai si convinse che quella non era la prima volta che ella avesse veduto quello straniero.

— Signor Boxtel, disse il principe, entrate.

Boxtel accorse frettoloso e trovossi faccia a faccia con Guglielmo d’Orange.