Pagina:Dumas - Il tulipano nero, 1851.djvu/248

234

criminosi, o sopra dati falsi. Ve ne supplico, signore, fate venir qui alla vostra presenza e mia questo signor Boxtel, il qual sostengo che sia il signor Giacobbe, e giuro a Dio di lasciargli la proprietà del suo tulipano, se non conosco nè il tulipano nè il suo proprietario.

— Viva Dio! bella promessa! disse Van Herysen.

— Che vorreste dire?

— Vi domando che cosa ciò proverebbe, quando voi lo avessi riconosciuto?

— Ma alla fine, disse Rosa disperata, voi siete un uomo onesto, o signore. Ebbene non solo andreste a dare il premio ad un uomo per un’opera che non ha fatto, ma ancora per un’opera rubata.

Forse l’accento di Rosa cominciava ad ispirare un certo convincimento nel cuore di Van Herysen, che si preparava a risponderle più dolcemente; quando un grande strepito fecesi sentire nella strada, che pareva puramente e semplicemente che fosse un aumento del frastono, cui Rosa aveva già inteso, ma senza attaccarvi importanza nessuna, a Groote Markt, e che non aveva avuto la forza di astrarla dalla sua fervente preghiera.

Ardenti acclamazioni scossero la casa. Van Herysen porse le orecchie attente a queste acclamazioni, le quali dapprima non erano state neppure uno strepito per Rosa, ed ora erano per lei un semplice strepito ordinario.

— Che cosa è questa, esclamò il sindaco, che cosa è questa? Sarebbe mai possibile! Che io abbia inteso bene!

E precipitossi verso la sua anticamera senza più guardare a Rosa che lasciava nel suo scrittoio.