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— Io?
— Senza dubbio, voi.
— Ma per chi dunque mi prendete voi, signore?
— Ma per chi mi prendete voi, voi costì?
— Signore, io vi prendo, lo spero, per quello che siete, cioè a dire per l’onorevole signor Van Herysen sindaco di Harlem e presidente della società orticola.
— E che mi volete dire?
— Vi voglio dire, o Signore, che mi è stato rubato il mio tulipano.
— Allora il vostro tulipano è quello del signor Boxtel. Allora voi vi spiegate male, o mia ragazza; non a voi dunque, ma al signor Boxtel è stato rubato il tulipano.
— Vi ripeto, signore, che non so chi si sia questo signor Boxtel, e che questa è la prima volta che lo sento nominare.
— Non sapete chi si sia questo signor Boxtel, e avete medesimamente un tulipano nero?
— Che ve n’è dunque un altro? domandò Rosa rabbrividendo tutta.
— Vi è quello del signor Boxtel, già.
— Com’è?
— Nero, permio!
— Senza una macchia?
— Senza la minimissima macchia, senza il minimissimo puntolino.
— E voi avete questo tulipano? Ed è qui depositato?
— No, ma saravvi depositato, perchè ne debbo fare l’esibizione al comitato, prima che il premio sia conferito.