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— Signorina, esclamò egli, venite da parte del tulipano nero?
Pel signor presidente della società orticola il Tulipano nero era una potenza di primo ordine, che poteva bene nella sua qualità di regina dei tulipani inviare ambasciatori.
— Sì, signore, rispose Rosa, vengo per lo meno a parlarvi di lui.
— Sta bene? fece Van Herysen con un sorriso di tenera venerazione.
— Ahimè! disse Rosa, non lo so, o signore.
— Come! sarebbegli accaduto qualche disgrazia?
— Ben grande, signore, ma non a lui, a me.
— Quale?
— Mi è stato rubato.
— Vi è stato rubato il tulipano nero?
— Sì, signore!
— Sapete da chi?
— Oh! lo dubito, ma non oso ancora accusarlo.
— Ma la cosa sarà facile a verificarsi.
— Come ciò?
— Dacchè vi è stato, rubato, il ladro non sarebbe lontano.
— Perchè non può essere lontano?
— Perchè non sono più di due ore che l’ho veduto.
— Avete veduto il tulipano nero? esclamò Rosa precipitandoci verso il signor Van Heryen.
— Come vedo ora voi.
— Ma dove?
— Apparentemente, presso il vostro padrone.
— Presso il mio padrone?
— Sì. Non siete voi al servizio del signor Isacco Boxtel?