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ma ebbe un bel picchiare, Rosa non rispose nè punto nè poco.

Fu fatto venire il guardaroba della fortezza, il quale aprì la porta, ma Grifo non vi trovò Rosa, come Rosa non vi aveva trovato il tulipano.

In questo stesso momento Rosa entrava a Rotterdam; e perciò Grifo non poteala trovare in cucina, come non l’aveva trovata in camera; non poteala trovare in giardino come non l’aveva trovata in cucina.

Che si giudichi della collera del carceriere, quando avendo fiutato ogni angolo seppe che sua figlia aveva preso a vettura un cavallo, e come Bradamante e Clorinda erasene partita da vera venturiera, senza dire ove si dirigesse.

Grifo risalì furibondo da Van Baerle, lo ingiuriò, lo minacciò, sgominò tutto il di lui meschino mobiliare, promisegli l’ergastolo, promisegli la prigione sotterra, promisegli la fame e le bastonate.

Cornelio senza neppure dargli retta, lasciavasi maltrattare, ingiuriare, minacciare, impassibile, silenzioso, disensito, insensibile a ogni emozione, morto a ogni paura.

Dopo aver cercato di Rosa in ogni cantuccio, Grifo cercò di Giacobbe; e non trovandolo al pari di sua figlia, sospettò all’istante che glie l’avesse involata.

Frattanto la giovinetta dopo aver fatto una fermata d’un paio d’ore a Rotterdam, erasi rimessa in cammino. La stessa sera pernottò a Delft, e la mattina seguente arrivò a Harlem quattro ore dopo di Boxtel.

Rosa si fece subito condurre dal presidente della società orticola, messer Van Herysen.