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Cornelio era felice e così pienamente felice quanto può esserlo un tulipaniere cui non siasi punto parlato del suo tulipano.

Ei trovava Rosa graziosa come senza paragone: la trovava buona, leggiadra, avvenente.

Ma perchè Rosa proibiva che si parlasse del tulipano?

L’era un capriccetto di Rosa. E Cornelio diceva dentro di se sospirando, che la femmina non è perfetta.

Una parte della notte meditò su questa imperfezione; che è quanto dire che, finchè fu sveglio, pensò sempre a Rosa.

Una volta addormentato, la sognò. Ma la Rosa dei sogni era ben altrimenti più perfetta della Rosa reale. Non solamente quella parlava del tulipano, ma di più portava a Cornelio un magnifico tulipano nero piantato in un vaso della China.

Cornelio svegliossi con un brivido universale di gioia, e mormorò:

— Rosa, Rosa, io ti amo.

E siccome facevasi giorno, Cornelio non giudicò a proposito di riaddormentarsi. Restò dunque tutta la giornata fisso nella idea che gli era rimasta svegliandosi.

Ah! se Rosa avesse parlato del tulipano, Cornelio avrebbela preferita alla regina Semiramide, alla regina Cleopatra, alla regina Elisabetta, alla regina Anna d’Austria, che è quanto dire alle più grandi e alle più belle regine del mondo.

Ma Rosa avea proibito sotto pena di non tornar più, avea proibito che per tre giorni non si parlasse di tulipani.