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Grifo digrignò i denti e tagliò corto, rispondendo:

— Eccovi la vostra colezione.

— Grazie, amico Cerbero; viene a tempo, che ho una gran fame.

— Ah! voi avete fame? disse Grifo.

— Toh! perchè no? domandò Van Baerle.

— Pare che la cospirazione cammini, disse Grifo.

— Qual cospirazione? dimandò Cornelio.

— Buono! so quello che mi dico, ma staremo con tanti d’occhi, signor sapiente; state tranquillo: sì con tanti d’occhi.

— Così va fatto amico Grifo! così va fatto! La mia cospirazione come pure la mia persona è ai vostri comandi.

— Si vedrà a mezzogiorno, disse Grifo, e escì.

— A mezzogiorno, ripetè Cornelio, che cosa vuol dire? Via, aspettiamo mezzogiorno e vedremo.

Gli era facile aspettare mezzogiorno: aspettava le nove ore.

Battè mezzogiorno, e s’intese per le scale non solamente il passo di Grifo, ma il passo di tre o quattro soldati che salivano con lui.

Si aprì la porta, Grifo entrò introducendo gli nomini, e chiuse l’uscio dietro a loro.

— Via! ora perquisiamo.

Fu cercato nelle tasche di Cornelio, tra l’abito e la sua sottoveste, tra la sottoveste e la camicia, tra la camicia e la carne: non fu trovato niente.

Fu cercato dentro le lenzuola, dentro le materasse, dentro il saccone: non fu trovato niente.

Quanto allora felicitossi Cornelio per non avere