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Rosa sorrise melanconicamente, e disse:
— Eh! il vostro tulipano ha corso un grave pericolo!
Cornelio si scosse suo malgrado, e lasciossi prendere al laccio, seppure egli era.
— Un grave rischio! esclamò tutto tremante; mio Dio! e quale?
Rosa riguardollo con dolce compatimento; sentiva che quello, che ella vorrebbe, era al di sopra delle forze di costui, e che bisognava prenderselo con quella sua debolezza.
— Sì, diss’ella; voi deste proprio nel segno; il pretendente, l’amoroso, quel Giacobbe non veniva mica per me.
— E per chi dunque? dimandò Cornelio con ansietà.
— Pel tulipano.
— Oh! fece Cornelio impallidendo a tal nuova più assai che non impallidì, quando Rosa ingannatasi aveagli giorni fa annunziato che Giacobbe venisse per lei.
Rosa vide quello spavento, e Cornelio si accorse alla espressione del di lei viso che ella pensava ciò che andiamo a dire.
— Oh! perdonatemi, o Rosa diss’egli; vi conosco e so la bontà e l’onestà del cuor vostro. Dio avvi donato il pensiero, il giudizio, la forza e il movimento per difendervi, ma al mio povero tulipano minacciato, Dio niuna di tali cose ha concesso.
Rosa non degnò di risposta questa scusa del prigioniero, e continuò:
— Dacchè quell’uomo, che mi aveva seguito in