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va una cura tutta particolare, era il tallo. Cornelio le baciò la punta delle dita; e perchè? Perchè forse quella mano teneva il gran tulipano nero? Perchè forse era la mano di Rosa?
Lasciamo ciò a indovinare ai più sapienti di noi. Rosa si ritirò con gli altri due talli, che serrava contro il suo petto.
Ma serravali contro il suo petto, perchè fossero i talli del gran tulipano nero, o perchè fossero di Cornelio Van Baerle?
Questo punto, a nostro credere, sarà più facilmente spiegabile dell’altro. Comunque fosse, a partire da questo momento la vita divenne dolce e piena pel prigioniero. Abbiamo visto che Rosa aveagli restituito un tallo.
Ogni sera ella portavagli una manciata di terra della porzione del giardino, la quale egli aveva riprovata migliore, e che difatti era eccellente.
Una larga brocca abilmente da Cornelio sboccata davagli una favorevole profondità; empilla a metà e mescolò la terra portata da Rosa con un po’ di poltiglia di fiume, ch’ei fece seccare e che fornigli un eccellente terriccio.
Poi verso i primi dì aprile vi depose il primo tallo. Ridire quali cure, abilità, accorgimento usasse Cornelio per nasconderlo alla sorveglianza di Grifo, la gioia, delle sue fatiche, non ci sarebbe possibile. Una mezz’ora è un secolo di sensazioni e di pensieri per un prigioniero filosofo.
Non passava giorno che Rosa non venisse a discorrere con Cornelio. I tulipani, di cui Rosa faceva un corso completo, fornivano il fondo della conversazio-