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XIII


Ciò che in quel tempo passava nell’anima di uno spettatore.


Mentrechè Cornelio così divagava col pensiero, una carrozza erasi avvicinata al palco. L’era pel prigioniero, e vi si invitò a montare. Obbedì.

Il suo ultimo sguardo fu pel Buitenhof; sperava vedere alla finestra la faccia consolatrice di Rosa, ma la carrozza era attaccata a buoni cavalli, che trasportarono ben presto Van Baerle dal seno delle acclamazioni, che vociferava quella moltitudine in onore del magnanimissimo Statolder con una certa mescolanza di invettive diretta ai de Witt e al loro figlioccio salvato dalla morte.

E li spettatori perciò pensavano:

— È stata una gran bella cosa la nostra furia di giustiziare quel gran scellerato di Giovanni e quella buona lana di Cornelio, senza che la clemenza di Sua Altezza ce li avrebbe liberati come ha liberato costui!

Tra tutti quelli spettatori che erano stati attirati sul Buitenhof dalla esecuzione di Van Baerle, e che la faccenda come l’era andata, dissestava non poco, certamente il più dissestato era un certo borghigiano vestito propriamente, e che fin dalla mattina aveva così ben lavorato di mani e di piedi, che avea fatto tanto da non essere separato dal palco che dalla fila di soldati, che chiudevano l’istrumento del supplizio.

Erasi mostrato molto avido di vedere scorrere il perfido sangue del colpevole Cornelio; ma nessuno