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una cipolletta delle più rare, il servitore di Giovanni de Witt era entrato nel di lui prosciugatoio e aveagli rimesso un foglio; ma che di tutto questo eragli rimasto una ricordanza simile a una visione; che il servitore era scomparso e che quanto al foglio forse troverebbesi facendone diligente ricerca.
Quanto a Craeke era impossibile trovarlo, avvegnachè avesse abbandonato l’Olanda; e quanto alla carta gli era così poco probabile potersi ritrovare, che non valse neppure la pena a farne ricerca.
Cornelio stesso non insistè molto su questo punto, perchè posto anche che il foglio si ritrovasse, non potrebbe forse avere nessun rapporto con la corrispondenza che formava il corpo del delitto.
I giudici vollero avere l’aria di spingere Cornelio a difendersi meglio di quello che ei lo facesse; e usarono in faccia a lui di quella pazienza benigna, che denota o un magistrato interessato per l’accusato, o un vincitore che abbia atterrato il suo avversario, e che essendo completamente padrone di lui non ha bisogno di opprimerlo per perderlo.
Cornelio non accettò niente affatto tale ipocrita protezione, e in un’ultima risposta che diede con la nobiltà di un martire e la calma di un giusto, disse loro:
— Voi mi domandate cose, o signori, alle quali non ho niente altro a rispondere che la verità. La verità esatta, eccola. L’involto è venuto a me per la via che ho detto; protesto davanti Iddio che ne ignorava e ne ignoro ancora il contenuto; che nel giorno soltanto del mio arresto ho saputo che quel deposito era la corrispondenza del gran Pensionario col mar-