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aveano avuto quella lettera che data gli aveano anzi che egli andasse al bagno, e chi la recò. I giovani dissero non ricordarsi pure della lettera, non che di chi recata l’avesse; di che Bonaccorso gli riprese aspramente, dicendo ch’egli erano smemorati e non istavano attenti a quello che bisognava: e ogni volta ch’egli entrava nel fondaco, se cento volte vi fosse entrato, ogni volta gli riprendeva e stordiva. Di che la paura dell’aspra riprensione fece assotigliare l’animo d’uno di loro, e in piccolo spazio di tempo si ricordò essere suta recata da uno vetturale di una villa del contado di Firenze chiamata Marcialla, il quale era chiamato Martellino e usava molto il cammino da Siena a Firenze, e a Bonaccorso il disse.

Bonaccorso immantinente si mise a fare cercare di costui, e in ispazio d’alcuni di fu trovato: e, venuto a lui, Bonaccorso il dimandò se recata avea quella lettera; il quale rispose che sì. Appresso il dimandò, se di colui