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a qui a Siena, e qui sono e ho certi miei danari, che sono circa fiorini ottocento d’oro, i quali vorrei che voi ne li guardassi insino alla mia tornata. E anche vorrei che certe mie rendite ch’io ho intorno a Vignone pervenissero nelle mani de’ vostri di là, e che tutto mi fosse guardato e salvato insino al detto termine. Non m’estendo in più dire però che con l’aiuto di Dio vi credo in pochi dì personalmente venire a vedere. Sono sempre al vostro piacere apparecchiato per lo vostro

Mess. GIOVANNI ALBERTO, arcidiacono d’Argentara.
Data a Siena, nello Spedale di Santa Maria dalla Scala.»

Quando Bonaccorso ebbe letta questa lettera, si maravigliò forte, però che questo chierico non avea mai nè veduto nè conosciuto, e d’altra parte ne fu molto contento, pensando con questi danari trafficare nel loro fondaco, e forse in sua utilità propria. E volendolo andare a visitare a Siena, e non