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XI |
l’amanuense, vago, com’altri, di lasciare un motto di speciale raccomandazione o ricordo della propria fatica; ma non siamo abbastanza certi che comparissero per la prima volta nel detto codice per indi acquistare alcun poco di popolarità, trovandoli in parte ripetuti e acconciati anche in fondo ad un codice della Commedia di Dante appartenente al secolo XV e posseduto nella Trivulziana di Milano al n. 27, senza che possano dirsi di mano eguale; giacchè il copiatore del Dante si appalesa nella grafia per lombardo e quello del Boccaccio per toscano, a meglio dire senese, oltre di essere assai più diligente e corretto.
Dopo la sottoscrizione medesima, e all’oggetto, io credo, di