Pagina:Due novelle aggiunte in un codice del MCCCCXXXVII.djvu/17


IX

certa mona Tessa del debito seco lui contratto di alcuni fiorini, venne forse intesa per un contrapposto e rivalsa alle burle più forti architettate maestrevolmente dall’arcidiacono Giovanni affine di carpir denari a Bonaccorso di Lapo e suoi aderenti: onde s’intreccia la novella che qui riproduco in secondo luogo conforme al codice modenese.

La quale novella avendo io confrontata sull’edizione del Borghini e sopra una copia del codice Marucelliano A, 221, 2, offertami dal ch. nostro presidente cav. Francesco Zambrini (che tanto fa e tanto aiuta gli altri a fare), debbo avvertire che detto codice fiorentino ha un testo eguale a quello del Borghini, e che portando la data del 1419 è pure il più antico ch’io mi conosca.