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LA BARBA DI DÜRER I.
Il treno entrò sbuffando e anelando sotto la tettoia e si arrestò violentemente con un fischio acutissimo.
Nell'angolo d'uno scompartimento di terza classe un ragazzetto in lutto che dormiva profondamente, imbacuccato in un logoro scialle, si destò di soprassalto, spalancò gli occhi, domandò con visibile ansietà:
— Norimberga?...
Nessuno dei compagni rispose: nessuno comprendeva. Non erano più i tre viaggiatori partiti da Monaco cui il console d'Italia l'aveva raccomandato, erano altri, saliti lungo la linea mentre egli dormiva: grossi tedeschi indifferenti carichi di pacchi, col dorso curvo sotto il «reisesack», colle villane scarpe ferrate; ed ora se ne andavano tutti, e si urtavano e si pigiavano nel corridoio, presi dalla sgarbata febbre del discendere che è la malattia dei viaggiatori d'ogni classe.