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— Sì, sono felice, mi trattano bene! — rispondeva ella arrossendo; e scappava da quegli occhi acuti e si metteva alla finestra della sua camera a guardare. Aveva scoperto un vecchio canocchiale da marina che il conte Ademaro aveva comperato illo tempore quando aveva fatto il suo famoso viaggio a Tunisi. Senza che nessuno le insegnasse il modo di adoperarlo ella aveva imparato ad allungarlo e a dirigerlo dalla sua finestra qua e là sui poggi vicini fino a un gran pioppo, di cui la vetta ondeggiava sovra tutti gli alberi. E come l'autunno avanzava, e fe foglie cadevano, e di tra gli alberi quasi spogli si poteva vedere molto lontano, un giorno ella distinse presso al pioppo un tetto, e un pennacchio di fumo, e.... le parve?... nel cortiletto un gonnellino rosso e due gambette nere a lei ben note....

Ogni giorno all'insaputa di tutti ella guardava, ed il suo cuore ingenuo, imprigionato dal busto, occultava con trepida gelosia il segreto di quella finestra, di quella lente, e di quella felicità.

La vigilia del sabato fissato per la colazione dei parenti, Folco, salendo a quattro a quattro i gradini della scala, arrivò alla stanza nuziale e la trovò chiusa di dentro. Di dentro si sentiva un rumore regolare e quasi cadenzato di passi.

— Suni, apri, sono io.

La maniglia girò, e comparve Rosa, molto rossa e confusa, coi capelli arruffati, e il terribile vestito bleu electrique incompletamente agganciato.